Evento in Presenza gratuito
Benessere Femminile Incarnato

Lunedì 24 Febbraio dalle ore 20.30
Dove: Malesco (VB) presso Sala Trabucchi.
Prenotazione necessaria.
Partecipazione Gratuita.

Celebrare la ciclicità e la femminilità: le tende rosse e i cerchi di donne

Durante il mese di Aprile mi sono fatta un regalo: una vacanza mestruale.
É stato un caso a dire la verità: avevo in programma di fare il cammino di Santiago de Compostela, da sola, e mentre mi preparavo alla partenza, ho scoperto che pochi giorni dopo il mio volo aereo per Santiago, mi sarebbero venute le mestruazioni.
Subito la prima reazione è stata quella che accompagna ogni donna: mannaggia mi rovinano un’esperienza così bella!
É durato pochissimi secondi questo pensiero, per fortuna.
Immediatamente dopo, grazie a tutto il lavoro fatto su di me, il mio grembo e la mia femminilità, ho pensato che sicuramente c’era un motivo perchè accadeva questo. 
Per me questo cammino di Santiago ha sicuramente segnato una grande rinascita, un momento veramente di resurrezione, dopo un anno molto articolato, di grande crescita, e più in generale dopo diversi anni di grandi cambiamenti e stravolgimenti nella mia vita.
Il sangue all’inizio di questo viaggio, sanciva con ancora maggiore forza la mia rinascita: la fase mestruale è la fase di Luna nuova, è l’inverno, è la fase che segna un nuovo ciclo che comincia. Ho sentito come se fosse lì per sostenermi e dare ancora più forza alla mia rinascita, in piena connessione con il mio grembo.

La mia vacanza mestruale

Così ho deciso che mi sarei presa i primi giorni di questo mio viaggio, non per camminare, ma per onorare e celebrare il mio corpo nei giorni del sangue, della mestruazione.
In questi giorni il corpo fa una grandissima opera di purificazione e sta lavorando molto.
Cerco quasi sempre di prendermi dei giorni, almeno 1-2 giorni, per connettermi con il grembo che mestrua, sostenerlo con ritmi più lenti, cibi che amo e di cui sento il bisogno.
Questa volta l’ho fatto davanti all’Oceano Atlantico, a Finisterre, ed è stato molto profondo e molto bello.
Ho dedicato delle pratiche e dei rituali al mio grembo, celebrando la sua rinascita, che ovviamente seguiva la rinascita interiore della mia anima.

In quei giorni mi sono trovata a pensare a come il rapporto conflittuale, spesso di odio, che le donne hanno al giorno d’oggi nei confronti delle mestruazioni, influenzi negativamente il nostro essere donne, ho pensato a tutto il dolore e la sofferenza di noi donne. L’odio e il conflitto che c’è con il nostro grembo, è come se in quel momento avessi sentito il dolore di tutte le donne, le tante donne che ho conosciuto e ho ascoltato parlare del loro odio nei confronti del proprio grembo, per i più svariati motivi: infertilità, endometriosi, dismenorrea (forti dolori mestruali), amenorrea (assenza della mestruazione).
Io sono molto onorata del lavoro che faccio, di poter essere accanto alle donne e sostenerle in quello che secondo me è motivo di grandissima sofferenza: il rapporto con il proprio grembo.

Ho immaginato come sarebbe bello se noi donne vivessimo con amore e leggerezza le mestruazioni, ascoltando il nostro corpo e non anestetizzandolo.
Come sarebbe bello che le donne potessero vivere con consapevolezza le mestruazioni e non come una croce da portare a vita, concedendosi di rallentare e prendersi del tempo per loro stesse nei giorni della mestruazione.
Come sarebbe bello se potessero vivere come protagoniste la propria maternità, e non convincendosi di non essere in grado e dover delegare qualcun altro, peggio ancora spesso uomo, credendolo più competente di loro.
Come sarebbe bello se potessero vivere il menarca, la prima mestruazione, come Dee, celebrate e festeggiate dalle donne della loro famiglia, in tutta la loro bellezza, come questo potrebbe influenzare il rapporto successivo di quella donna con le mestruazioni.

Mi sono trovata a pensare a come sarebbe bello se le donne potessero avere un luogo in cui mestruare serenamente, magari insieme ad altre donne, mangiando cibi cucinati con amore che sostengano il corpo e il grembo durante la mestruazione. Accarezzate, massaggiate, in completa connessione con il corpo e il grembo, in totale lentezza e profondità. In un luogo sicuro, dove possano sentirsi a casa, a contatto con la natura, onorando l’inizio di un nuovo ciclo, completamente presenti a sè stesse.

Pensando a tutto questo mi sono trovata a sorridere, a immaginare nei dettagli questo mondo, e sento che sempre di più stiamo andando in quella direzione. 
Ormai è tempo di risveglio femminile, e ne ho la prova sempre di più. Quel risveglio che desideravo così tanto quando ho scelto di diventare ostetrica, levatrice, colei che accompagna la donna, la sostiene in ogni fase della sua vita.
Per lungo tempo mi sono lasciata convincere che non c’era possibilità perchè quello che immaginavo diventasse realtà. Oggi i tempi sono maturi, noi donne siamo pronte a questo, sempre più donne sono pronte a un profondo risveglio e riconnessione con i nostri grembi e la nostra natura.
Come accadeva nelle antiche società matriarcali, da cui molto probabilmente discendiamo. Studiose come Marja Gimbutas ci parlano di un passato in cui la donna era considerata depositaria dei misteri della Grande Madre e molto probabilmente si ritrovava insieme ad altre donne in luoghi comuni in cui condividere momenti importanti: celebrazioni, nascite, compleanni, menarca, mestruazione, menopausa…

Le tende rosse

Si narra che in questi tempi antichi, sicuramente nelle popolazioni native americane, ma probabilmente anche nel resto del mondo, le donne si ritrovavano ogni mese, ogni ciclo, a mestruare sotto tende rosse.
La tenda che simboleggiava l’utero, le membrane, rossa come il sangue.
Si onorava e celebrava il grembo, la ciclicità, attraverso la ritualità, il ritrovarsi insieme con le altre donne.
A quei tempi dove non esistevano luci artificiali, tempi e ritmi artificiali, le donne erano molto più connesse alla Luna, alle fasi lunari, e molto probabilmente mestruavano più o meno nello stesso periodo, ritrovandosi per farlo insieme.
Le tende rosse venivano utilizzate come ritrovo per donne, anche in fasi importanti come un matrimonio, un parto e una nascita, il menarca.
Si celebrava la femminilità, l’essenza femminile, conoscendola profondamente.
Le donne che si riuniscono e riscoprono la sorellanza, il sostegno di altre donne, riscoprono il potere di un cerchio di donne, donne che si conoscono e comprendono, si condividono, confidano, sostengono l’un l’altra, è una risorsa incredibile.

A quei tempi le levatrici erano donne del popolo, che aiutavano le altre donne a partorire, ma anche a prendersi cura del proprio grembo, della mestruazione, della ciclicità.
E io mi sento sempre più vicina a loro: spesso allontanate, ripudiate, perseguitate perchè avevano dimestichezza con un mistero che è sempre stato (e sempre sarà) più grande di noi, più grande della razionalità, e in larga parte non sotto il nostro controllo.
Erano spesso abili conoscitrici delle piante, soprattutto le erbe per il femminile, le arti sottili connesse con l’intuito, perseguitate poi come streghe.
Spaventose perchè connesse così profondamente alla natura, al grembo, da non essere manipolabili nè governabili o prevedibili.

Io come ostetrica mi sento sempre di più così e sento di voler sostenere le donne pronte al risveglio, e ritrovarci costruendo una nuova ritualità, un nuovo benessere mestruale e ciclico. Essere noi stesse, non donne trasformate in uomini per essere accettate dal patriarcato, ma noi nella nostra profonda naturalezza.
E sì credo sempre di più che noi donne ci riprenderemo ciò che in qualche modo, non si sa come nè quando, ci è stato tolto, torneremo in possesso del nostro intuito femminile, la nostra selvatichezza e il nostro potere. Per stare bene davvero, per il nostro benessere.

Alessia Gloria
Custode del sacro femminile
Al servizio con amore per portare armonia, bellezza e gioia.

Letture consigliate:
La tenda rossa di Anita Diamant
Il linguaggio della dea di Marija Gimbutas