Evento in Presenza gratuito
Benessere Femminile Incarnato
Lunedì 24 Febbraio dalle ore 20.30
Dove: Malesco (VB) presso Sala Trabucchi.
Prenotazione necessaria.
Partecipazione Gratuita.
Lunedì 24 Febbraio dalle ore 20.30
Dove: Malesco (VB) presso Sala Trabucchi.
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Partecipazione Gratuita.
Embodiment & Mistic Mentor, Ostetricia ancestrale e Spirituale, Evoluzione femminile
Embodiment & Mistic Mentor, Ostetricia ancestrale e Spirituale, Evoluzione femminile
Viviamo la vita di corsa, nella fretta, e spesso ci perdiamo la vita. Siamo portate tutte a fare questo contro il nostro benessere e ci vuole impegno e cura per andare nella direzione opposta, saperci ascoltare profondamente.
Oggi voglio parlare di questo tema che mi sta molto a cuore. La ciclicità ci insegna che c’è una fase in cui le energie vanno verso l’esterno e una in cui vanno verso l’interno eppure se osserviamo la maggior parte delle nostre vite, l’educazione che abbiamo ricevuto, quasi mai vediamo questa alternanza, ma anzi le nostre giornate sono scandite da cose da fare, liste interminabili, obiettivi, fare fare fare, risultati da raggiungere connessi a senso di colpa e difficoltà se per caso non dovessimo raggiungerli.
Anche i social, mostrando la vita patinata degli altri, la parte bella, ci mettono l’ansia di dover raggiungere chissà cosa, l’ansia che ci manchi sempre qualcosa…
Come facciamo a stare davvero bene in tutto questo?
Sentiamo tanto e da tanto parlare di stress, ma possiamo forse aspettarci qualcosa di diverso?
In un tempo della mia vita in cui mi lamentavo molto e vivevo in maniera molto giudicante pensavo di non poter fare nulla: insomma se viviamo così, il mondo moderno è così, cosa posso fare io di diverso?
La vita ci porta sempre a comprendere ciò per cui siamo pronte, con delle belle batoste tutt’altro che dolci, ma necessarie e che io ringrazio davvero!
E per me è arrivata come racconto spesso la ricerca della gravidanza che non arrivava a risvegliarmi davvero! A farmi capire che non stavo vivendo la vita che volevo e che qualcosa potevo fare.
Ho ben presto capito che non è qualcosa che si cambia a tavolino dall’oggi al domani, ma è un percorso fatto di cadute, ostacoli, difficoltà, che si percorre quotidianamente, giorno dopo giorno con impegno.
Ma questo mi ha permesso di aprirmi ad una visione completamente diversa della vita, dove ho capito che qualcosa posso farlo, nel mio piccolo, e voglio farlo. Nutrendomi di ciò che fa bene per me, ascoltandomi profondamente e comprendendo quali sono i miei bisogni.
Questo mi ha portato a fare diverse scelte come lasciare il lavoro in ospedale, trasferirmi a vivere in montagna a quasi 1000 metri di altezza, lontano dalla città e immersa nella natura.
Ma i cambiamenti maggiori sono quelli dentro di noi non quelli che accadono all’esterno, infatti non è bastato trasferirmi nella natura perché magicamente iniziassi a vivere con lentezza e al mio ritmo, è una conquista quotidiana.
Ho scelto di seguire ciò che sento, questo non significa che abbia la strada spianata, ma significa che sento come delle finestrelle aprirsi dentro di me e da lì esce la luce, sento piano piano di essere sulla strada giusta.
Questo dietro le quinte significa paure, cadute, alti e bassi continui.
Soprattutto a livello lavorativo.
Sì perché nella nostra società il produrre e il lavorare duramente sono due insegnamenti che beviamo fin da neonati nel latte. Quindi passa che il nostro valore dipende dalle performance, da ciò che raggiungiamo.
Io ho sempre sentito che questo non andava bene per me, eppure distaccarmene è tutt’altro che facile!
Ho sentito che correre non mi faceva stare bene, che i risultati che raggiungevo non mi rendevano davvero felice perché spesso non erano allineati a ciò che desideravo davvero.
A volte sembra che vivere con lentezza, al proprio ritmo, soprattutto nel lavoro sia un privilegio, che chi vale in realtà è chi sgobba dalla mattina alla sera. Ma ho capito che questo è quello che vogliono farci credere e non è quello che ci fa stare bene davvero.
Come dice la mia maestra spirituale se corri e hai fretta ti avvicini a grandi passi verso la morte, anch’essa arriverà più in fretta.
Sì perché se corri a 200 all’ora e non ti fermi mai, orientata sempre all’obiettivo successivo, quello che ti assicuri è un bel frontale perché prima o poi arriva.
E forse quel frontale è la cosa migliore che potesse succederti.
O almeno così è stato per me: ogni frontale, ogni dolore che mi ha investito duramente, mi ha fatto capire che dovevo cambiare rotta, mi ha fatto rialzare più forte di prima e ho colto l’opportunità di cambiare.
Io voglio vivere una vita che ha senso per me, non per gli altri, che sia importante per me e in cui faccio qualcosa di importante per me, di valore per me.
Un altro luogo comune e credenza enorme che avevo anch’io è che lentezza e ritmo naturale significa povertà, significa rinunciare alla ricchezza e ai beni materiali.
Ma quali sono i beni materiali veramente importanti? Quelli importanti per noi, non che dall’esterno ci convincono essere importanti?
Cosa è più importante: la salute e la felicità o i beni materiali?
Vivere una vita lenta, con presenza, non significa una vita povera, significa una vita degna di essere vissuta e il benessere economico va di pari passo al seguire la propria anima.
La cosa più importante e se vogliamo più complessa è proprio seguire la propria anima.
Io non voglio più vivere una vita dura e difficile, ma una vita nel piacere, cambiare la narrazione che ho ricevuto e riceviamo ogni giorno dall’esterno, e costruire quella giusta per me.
E questo è possibile! Cambiando il modo di vedere e vivere le cose!