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Luna Piena – Come accettare che un figlio potrebbe non arrivare mai

Nella mia comunicazione parlo spesso di scegliere il proprio percorso, non sentirsi obbligate, non medicalizzare per forza qualcosa di così magico e bello come la maternità. Spesso questo però viene visto come “Ok se non faccio nulla come fa ad andare come desidero?”.

Credo che il punto sia che la medicina spesso ci dà l’illusione di far andare le cose come desideriamo, ma infondo su alcune cose abbiamo davvero poco potere e accanirci per far andare le cose come desideriamo non ci aiuterà.

La nostra società ci vede quasi come marionette con traguardi da raggiungere. C’è l’età in cui studiare, poi l’età in cui trovare casa e lavoro, e poi arriva il momento di metter su famiglia, e poi crescere figli educati, ecc. ma nessuno ci dice di chiederci che cosa vogliamo davvero? Cosa ci rende felici?

C’è chi riesce a fare le cose secondo i piani e magari non è comunque felice, ma poco importa perché ha fatto tutto nel momento giusto e agli occhi della società si è dato da fare.

E c’è chi magari non è riuscito a fare alcune cose e sotto le domande insistenti degli altri si sente inadeguato, a volte in colpa.

Questo succede spesso con la gravidanza. Lavorando con tante donne che cercano una gravidanza mi rendo conto come il tempo, la società, ci crei dei bisogni che a volte non sono davvero nostri.

Nel percorso di ricerca di gravidanza ti sei mai fermata a chiederti perché vuoi essere mamma? Se essere mamma è una cosa che ti senti di dover fare perché hai l’età giusta oppure perché lo desideri davvero?

I bisogni che abbiamo spesso non sono nostri, i desideri che crediamo provenire da noi in realtà arrivano dall’esterno, da qualcun altro e questo ci porta a sentirli come nostri, pur non essendo così.

 

E allora quando una gravidanza non arriva subito subentra spesso il senso di colpa, di inadeguatezza, il bisogno di riuscire anche in questo, come se fosse un compito e un voto da portare a casa, come se fosse una prova e bisogna dimostrare di essere in grado di rimanere incinta. Ma poi dimostrare a chi??

La corsa alla gravidanza, al rapporto sessuale nel momento giusto, quello fertile, la ricerca del problema per cui la gravidanza non arriva (sarà colpa dell’uomo o sarà colpa della donna?), e anche qualora non ci fosse un problema l’accanimento medico perché io questa gravidanza la voglio a tutti i costi…

Tutto questo ci fa perdere a volte la nostra strada, non quella di qualcun altro, i nostri desideri e i nostri sogni e soprattutto ci fa perdere di vista quello di meraviglioso che abbiamo oggi, in questo momento, e che quando ci sarà un figlio non avremo più, per quanto ci saranno mille altre cose belle.


E allora come si colloca in tutto questo un’ostetrica che dice di darsi tempo, di prendersi cura di sé, di vedere quest’attesa come un dono, cogliere l’opportunità di conoscersi, scoprirsi, amarsi come forse non abbiamo mai fatto nella vita.

Come si colloca un’ostetrica che dice di non avere rapporti mirati ma puntare l’attenzione a nutrire la coppia, a ciò che di bello vi unisce, a fare spazio per aprirsi ad accogliere una nuova vita con animo aperto e nutrito e non con un sentimento di scarsità, quasi a voler riempire un vuoto.

Una nuova vita non riempie un vuoto, va a riempire qualcosa che è già pieno d’amore e nutrito.

 

Quando dico tutto questo la risposta è “Ma come faccio a rassegnarmi all’idea di non avere figli? A rassegnarmi all’idea che un figlio potrebbe non arrivare mai? Come vado avanti nella mia vita?”.

 

Ci hanno detto che senza un figlio non siamo complete, non siamo davvero donne, come se ci avessero messo al mondo con utero e vagina solo per dare alla luce figli.

Ma non è così. Se ci pensi ogni mese ci sono solo 6 giorni in cui siamo fertili, solo 6 giorni in cui può avvenire il concepimento.

Se la natura o Dio avesse voluto crearci solo per procreare e darci il ciclo mestruale solo per produrre un ovocita da fecondare avrebbe fatto sì che fossimo fertili molto più di 6 giorni e avrebbe fatto sì che l’ovocita vivesse molto più di 24 o massimo 36 ore.

Ma non è così, perché il ciclo mestruale ha tantissime qualità e ragioni per esistere che non sono costituite dal procreare. Per questo non è vero che se non vuoi figli puoi anche prendere la pillola tanto il ciclo non ti serve a nulla.

Siamo sempre più distanti dalla natura, dal nostro istinto primordiale, che ci guiderebbe nel comprendere un giusto tempo per le cose, che molto spesso è diverso dal tempo deciso dalla nostra mente razionale, è un tempo sicuramente più lento e dilatato. E questo ci crea tanta sofferenza.

Come riprendere rapporti con questo tempo? Dandoci l’opportunità di rallentare quando possiamo, di ritrovare un rapporto profondo con il nostro corpo, ascoltandoci e avendo consapevolezza di noi stesse e di ciò che desideriamo davvero.

 

Siamo complete e meravigliose anche senza figli, i figli non arrivano per completarci, i figli non sono una parte di noi, li mettiamo al mondo ma sono esseri indipendenti e separati da noi.

Accanirci a desiderare qualcosa che non possiamo ottenere semplicemente volendolo ci farà solo terribilmente soffrire.

Io non amo la parola rassegnazione, perché quando ti darai l’opportunità di conoscere e ascoltare il tuo corpo, creare un canale con il tuo potere femminile scoprirai un mondo meraviglioso che nulla ha a che fare con la rassegnazione, che ha un’accezione negativa.

Si tratta di accettazione, accettare non significa che quella cosa ci piace, non significa chiederci qual è la nostra opinione rispetto a quello che sta accadendo, si tratta di dire “ok è così e non posso fare nulla, accetto quello che arriva”.

C’è tanta potenza in questo, e pace.

 

Il processo di accettazione non è facile e non avviene dall’oggi al domani. E’ un processo difficile e lungo, ma ti darà la vera libertà, la libertà di sentirti in pace con quello che c’è.

Semplicemente smettendo di pensare a quello che sarà, ma pensando ad oggi, a quello che è oggi, a quello che desidero davvero oggi, che magari è diverso da quello che vuole la società o quello che vogliono le persone intorno a te.

Ma è quello che vuoi tu e va bene così, non devi spiegare niente a nessuno.

 

Arriva quello che deve arrivare nel momento giusto. Anche se noi ci accaniamo o forziamo le cose non arriverà prima o in un altro momento, arriverà quando deve arrivare.

Abbi fiducia in questo e prenditi il tempo per imparare a conoscerti, a prenderti cura di te, senza aspettative, perché penserai solo ad oggi, al momento esatto che stai vivendo.

E così ti libererai da tutti gli schemi, le decisioni degli altri, il dover dimostrare, sarai solo tu e tutte le risorse che sono già dentro di te, ma magari non riesci a vederle o ti hanno fatto credere che non sono abbastanza.

 

Il percorso di vita è una costante crescita, il grande valore è dentro di te e non al di fuori, a quello che sembra risolvere tutti i tuoi problemi, questo non arriva mai dall’esterno ma sempre da dentro di te, è lì la tua vera forza.

 

Ti auguro libertà in questo percorso. Libertà intesa come saper riconoscere te stessa, la tua essenza, assecondarla e valorizzarla e darti il permesso per poterti esprimere liberamente ed essere apprezzata e amata proprio per la tua unicità e autenticità!

 

Libertà di seguire qualsiasi percorso desideri perché lo desideri tu, lo desiderate voi come coppia. Libertà di scegliere un percorso medico assistito, un percorso che non sia medico, qualsiasi scelta è giusta se è quella che senti dentro di te.

Non ci sono scelte più giuste o meno giuste, più naturali o meno naturali, seguite il percorso che desiderate per voi, senza forzarvi a fare qualcosa che non sentite.

Liberi da schemi e giudizi.

 

 

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